Fino a qualche anno fa era anche un po’ figo rispondere alla domanda: ” Che lavoro fai?”
con:
” Sono una wedding planner”.
Molte persone non ne conoscevano nemmeno il nome e quindi tutto ciò che esula dal comune diventa straordinario ed affascinante. L’altro lato della medaglia presupponeva che il termine lavoro non si addiceva alla dicitura wedding planner e la seconda domanda arrivava spontanea con: “No dai, non dicevo come hobby ma proprio come lavoro…”. Vallo a spiegare in pratica cosa faccio…!!!
Lo vorrei spiegare qui, come se parlassi davanti ad un caffè con tutti voi e con chi ha voglia di chiarirsi le idee. La prima constatazione doverosa mi spinge a puntualizzare che il lavoro della wedding planner non si deve considerare un riempitivo, un gioco, un divertimento, una continuazione del vostro matrimonio o di quello che avete organizzato per la vostra amica. Non è un passatempo e come tale deve avere un valore di assoluto rispetto innanzitutto da parte di chi si definisce “wedding planner”.
La figura dell’organizzatrice di matrimoni spesso non è ancora molto conosciuta e ci si trova spesso a sorvolare su frasi del tipo: “cosa fai la wedding?
” Spesso invece, ereditando i clichè che ci propinano alla televisione, è immediato pensare che sia una figura “costosa” e che quindi non ci si possa permettere. Altre volte si pensa alla fatina che crea fiocchetti in un mare di tulle ed organza o la Jennifer Lopez stilosa in tubino e tacco dodici. In alcuni casi, con la prospettiva di un lavoro facile, sono nati corsi online con “qualifiche” immediate che oltre alla teoria non forniscono nessun supporto pratico indispensabile.
Mi dispiace ma faccio “outing” nei confronti di chi sta strumentalizzando questa professione senza aver fatto un matrimonio, senza aver fatto praticantato con una wedding planner ,senza aver seguito un corso (minimo) serio. Questo atteggiamento sta avvelenando il settore, confondendo le idee e strumentalizzando il ruolo . Ma allora,come si diventa wedding planner e cosa fa una wedding planner?; e gli sposi che si affidano a una wedding planner come possano essere certi di trovare in lei professionalità e non improvvisazione?
Mi preme puntualizzare che una wedding planner sia principalmente un’organizzatrice di eventi e quindi debba avere ben chiaro la fattibilità e la gestione di ciò che andrà a proporre e a gestire, nello stesso tempo debba essere in grado di comunicare l’esistenza della propria azienda e dei punti di forza che la contraddistinguono.
I tuttologi e i generalisti hanno vita breve mentre la specializzazione è il punto di forza di chi crede fermamente nel lavoro di squadra, lavorando bene nel proprio settore e migliorandosi puntando sulla formazione e sulla condivisione.
Anni fa bastava aprire un’ attività, fare presenza, vendere e guadagnare.
Nel mercato odierno, la vera differenza non la fa la crisi, ma quello che conta veramente sono le scelte.
Riconoscere le avversità come delle sfide, ci permette di metterci alla prova e sviluppare il nostro potenziale, assumendoci la responsabilità di interpretare le difficoltà come delle opportunità per imparare e aiutarci a crescere.
Affermare di essere una wedding planner è un’assunzione di responsabilità verso se stesse, gli sposi e i fornitori. E’ necessario investire nel valore della formazione, definire i propri obiettivi con una serie dettagliata di azioni necessarie al raggiungimento di una consapevolezza lavorativa e saper cogliere le opportunità malgrado le difficoltà e i problemi che si possano presentare.
Non solo…
Una wedding planner ha il dovere di essere curiosa, desiderosa di apprendere in continuazione spaziando in vari settori per incrementare la propria formazione. Nutrirsi di notizie e approfondimenti è un compito alla portata di tutti, per chi ha forti motivazioni. Dal lato umano e professionale, ha un rapporto stretto con gli sposi e deve infondergli sicurezza, stabilità, forza, capacità risolutive e deve essere in grado di aprire la mente e il cuore, trovare le più idonee soluzioni con competenza e precisione e soprattutto dimostrare di essere onesta e comprensiva, sorridente e disponibile
Credo nel cambiamento insito nella mia curiosità intellettuale che è lo strumento con cui interpreto ciò che imparo.
Non smetto mai di apprendere e formarmi perché il mio vero obiettivo è un impegno costante a lungo termine
Non voglio chiamarlo “sogno”, il mio è un “progetto”
Se vuoi proseguire la lettura:
Wedding Planner: una vita work in progress con il mio ” Eri solo da incontrare”
Lorella Beretta
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