E se, quasi, quasi ti sposo e poi divento felice…?
Ho sempre creduto che tutto accadesse seguendo un filo logico, che nessuno entrasse a far parte della nostra vita senza una ragione e, stasera, seduta sulla sabbia illuminata dal chiarore della luna, mi accorgo di aver sempre avuto ragione.
Sembra la scena di un film: il classico dei classici.
Guardo il mio futuro sposo infilarmi l’anello al dito, ringraziandolo mentalmente di non aver sparso i petali rossi o candele su tutta la spiaggia stile film americani, in cui magari passa perfino l’aereo con lo striscione che dice: “mi vuoi sposare?”
Sarà che odio le cose scontate e io non sono scontata quasi mai.
Forse la cosa per cui dovrei ringraziarlo di più, è di non aver messo l’anello in un calice di vino o nascosto in un pasticcino, evitando, di conseguenza, il mio soffocamento.
La sua proposta, a dire il vero, è stata abbastanza profonda.
Come da copione si è inginocchiato, mi ha guardato negli occhi e ha esordito con:
«Allora, da dove posso cominciare…»
– Mentre io sapevo già dove voleva andare a parare.
In quel preciso momento, come un flash, durante il quale chiudi gli occhi sperando che passi alla svelta, ho pensato di dover assimilare mia suocera come parte integrante della mia vita ( adorabile quanto una zanzara di notte).
«Non sono bravo in queste cose», ha continuato.
– Avrei voluto rispondere che nemmeno io lo sono, che le romanticherie mi hanno sempre resa nervosa.
«La scorsa settimana pensavo che mi riesce facile sopportarti»,
– Per niente bravo.
«Ho iniziato malissimo»,
-Consapevole.
-Ha sbuffato, assumendo uno stato marmoreo, assorto in un minuto di silenzio, ha pensato a come recuperare e la sua valvola mitrale ha ripreso a funzionare.
Ha pulsato sangue e colorato le parole:
«Sai cosa mi piace tanto di te? Che non ti preoccupi di essere te stessa quando sei con me, che giri per le stanze a piedi nudi tutta struccata, perché ti piaci tantissimo così.
È una sensazione strana il vederti prendere cura della nostra casa, cercare i calzini spaiati e lamentarti che non li trovi da nessuna parte, e sentire odore di bruciato perché ti dimentichi del pane nel forno.
Tutto ciò mi fa sentire un senso di familiarità che adoro.
Mi piace il non sentirmi in bisogno di essere sempre perfetto con te; il potermi concedere la barba più lunga del solito, per alcuni giorni; di essere impulsivo senza pensare troppo a cosa potresti pensare di me; di lasciarmi andare alla vulnerabilità quando si fa sentire, senza vergognarmi o sentirmi meno uomo.
Mi piace il fatto che sai ascoltare e che trovi sempre il tempo per farlo, perfino quando il tempo non ce l’hai.
Che sai consigliare.
Che sai calmarmi nonostante tu sia la persona più ansiosa e nevrotica che io abbia mai conosciuto.
E anche se spesso siamo in conflitto perchè sei la persona più cocciuta del mondo, adorabilmente insicura quando ci metti venti minuti a scegliere come vestirti e tenace quando mi obblighi a guardare i tuoi dannatissimi film d’amore: tutto ciò fa parte del pacchetto e restano i miei momenti preferiti in assoluto.
Ciò che vorrò ripetere per il resto dei miei giorni.”
Ora sto ammirando l’anello, sentendomi ancora frastornata dalle sue parole, ma percepisco un sorriso pronto ad esplodere sulle mie labbra.
So che dovrei saltargli addosso, abbracciarlo e urlare di felicità, ma non sono una che esterna troppo le sue emozioni, so però di dover dire qualcosa, ma, come lui un attimo prima, mi prendo un minuto per me, per ripensare a quello che ha detto ed elaborare il fatto che mi sposo, e che passerò il resto della mia vita con lui.
Ho sempre avuto in testa un prototipo di ragazzo perfetto che cercavo di trovare disperatamente in ogni persona che incontravo.
Conoscevo qualcuno e lo mettevo a paragone con ciò che pensavo fosse per me la perfezione: lui è moro e a me piacciono i biondi; lui è basso e i bassi non li trovo attraenti; lui ha gli occhi scuri, peccato…; lui si veste malissimo; quello è troppo serio, quell’altro ride troppo.
Non ho mai conosciuto la perfezione, per fortuna, perché se davvero esistesse non mi avrebbe fatto incontrare te, che sei la persona più imperfetta del mondo. Tu che sei moro, con gli occhi scuri e non abbastanza alto come dico. L’opposto di tutto ciò che ho sempre desiderato, prima di ora.
Sei lunatico, forse più di me, ma anche paziente, mi fai sorridere nelle giornate di sole e ridere in modo isterico quando piove. Ho sempre odiato le giornate uggiose, ora, invece, le adoro.
Ok, non le adoro, ma le apprezzo un po’ di più.
Lo faccio ridacchiare mentre mi guarda con gli occhi più belli che io abbia mai visto, gli unici che riescano a scrutarmi nel profondo e a farmi sentire dannatamente bella.
Penso che chiediamo troppo all’amore e ci aspettiamo qualcuno che ci completi
Continuiamo ad amare e cercare noi stessi attraverso gli altri, e non gli altri attraverso noi.
Alla fine il bello dell’amore non è scegliere di riempire un vuoto e riempire la vita di forme effimere ma è amare se stessi in relazione all’altro: crescere e piacersi ogni giorno di più.
E anche se odio i matrimoni, gli abiti bianchi, i tacchi (che, per intenderci, non indosserò mai), insomma tutte quelle cose che dovrebbero piacere ad una donna, penso che sposarti si rivelerà la decisione più bella e saggia che io abbia mai preso.
A parte sposare tua madre, quello si rivelerà un istinto di sopravvivenza.
Tralasciando questo, c’è una cosa che ho capito sull’amore: non ci si innamora solo dei pregi e si accettano i difetti.
Ciò che ci fa perdere la testa sono i piccoli dettagli, il profumo fra le lenzuola che rimane ogni mattina e quello del caffè condiviso nella stessa stanza. Il fatto che ti senti a casa con qualcuno che non è la tua famiglia, ma che lo diventa giorno dopo giorno. Il bacio di quando ci si deve allontanare, anche se per poco, il suo malumore in alcuni momenti e il sorriso che gli illumina il viso subito dopo, quando fai una battuta che lo fa ridere.
Le cene con gli amici, i pranzi di Natale con i parenti, i figli e il tuo cuore che batte sempre in modo del tutto irregolare quando sei con lui.
Lui è l’unica certezza che mi terrò stretta per sempre, il momento di vita perfetto in assoluto e l’uomo con cui ho imparato che il pregio più bello che una persona possa custodire è la propria imperfezione.
Mi sono accorta che i miei difetti coincidono esattamente con i miei pregi.
Ho imparato a guardarmi dal lato migliore, quello che mi permetteva di amarmi e vivere la mia vita con il cuore sulla pelle.
Voglio una vera lunga storia, dove tutti dicano: ” Dannazione, stanno ancora insieme”
Giulia Paradiso
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