La creatività nel matrimonio ci porta spesso a pensare che sia necessario “inventarsi” qualcosa di originale che lascerà i nostri ospiti a “bocca aperta”
Si inizia a pensare al proprio matrimonio e in ognuno di noi nasce una “vena artistica” mai conosciuta prima d’ora
Le amiche si prodigano in consigli suggerendoci quello di cui abbiamo bisogno, chi contattare e si rendono disponibili offrendoci il loro aiuto.
E’ nato un vero e proprio mondo di solidarietà in cui parenti e amici fanno a gara per dispensare pareri come guru del wedding e dall’alto della loro “esperienza” iniziano a linkarci da un sito all’altro sperando di diventare l’idea geniale che ci stupirà.
Ma se non scoprire l’acqua calda, vanno vicino a qualcosa di simile.
Alcune volte riescono a trovare l’idea carina ma che rispecchia il loro gusto, non il nostro, oppure quell’allestimento infattibile per la location che abbiamo scelto o per il budget a disposizione.
Ma certo, non è che vogliamo sbandierare ai quattro venti, quello che abbiamo preventivato di spendere per il nostro matrimonio!
E non possiamo nemmeno dirgli che odiamo i girasoli, il country o che le gabbiette shabby le lasciamo agli uccellini!
Il paradosso è che tutti pensano di farci un piacere, ma questa comunicazione soggettiva ci mette in confusione.
Spesso partiamo da un’idea iniziale ben precisa per poi accorgerci strada facendo che siamo già cambiati.
Passiamo dal caldo al freddo, dalla felicità alla tristezza, ci emozioniamo davanti ad un tramonto o ci rattristiamo guardando lo stesso spettacolo di colori, perchè le sensazioni, i sentimenti, le volizioni, rappresentano un perpetuo divenire di noi stessi.
Si cambia dunque incessantemente e questa consapevolezza, ci fa rendere conto, che spesso non sappiamo cosa desideriamo.
Come potranno gli altri interpretare i nostri desideri e sapere ciò che è perfetto per noi?
La creatività è dunque un’esperienza personale, è la percezione di noi.
L’applicazione della creatività alla logistica del matrimonio è invece scenografia e non si improvvisa, non è soggettiva.
Ha regole precise e occorrono capacità professionali affinchè l’ordinario possa diventare straordinario.
La creatività non è sinonimo di fantasia
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